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Il management è l’arte di prendere decisioni sulla base di informazioni insufficienti. (Roy Rowan)

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Il management è l’arte di
prendere decisioni
sulla base di informazioni
insufficienti. (Roy Rowan)

Tempi duri per lo smart working?

Smart-working-aziende

Autrice Paola Danese

I recenti fatti politici oltreoceano lasciano presagire un futuro di cambiamenti radicali e probabilmente repentini. I due aggettivi, “radicale” e “repentino”, se presi insieme, non fanno presagire tempi comodi, anzi!

Tra i diversi input arrivati, quello passato più in sordina -forse perché arrivato in un momento in cui la parabola era già discendente- è probabilmente la pietra tombale dello smart working.

In cinque anni si sono rese manifeste trasformazioni -e ora vedremo quanto fossero solo di superficie o meno- non solo sul modo di lavorare, ma di approccio al concetto stesso di lavoro. “Il tempo per me” e “il tempo speso nel tragitto casa/lavoro” sono diventati temi da mettere sul tavolo della trattativa sia durante il colloquio di lavoro che nella gestione quotidiana dei collaboratori. Nella gestione di queste nuove tematiche e di questa modalità di affrontare e rimodulare le priorità si sono confrontati, incontrati e scontrati gli attori di sempre: imprenditori, lavoratori, manager con alterne fortune.

Oggi è interessante riflettere su ciò che questo periodo, ormai quasi alle spalle (forse?), ci ha lasciato in eredità. In particolare, possiamo chiederci se abbia contribuito positivamente all’accrescimento delle nostre competenze o all’elevazione del dibattito su temi sensibili e personali, i quali, nel secolo scorso, tendevano a rimanere latenti fino a esplodere in modo irrisolvibile.

La distanza fisica e l’impossibilità di sorvegliare il lavoratore ha fatto sì che il management sviluppasse e rafforzasse sistemi reali di controllo del risultato e non del processo: si è riconosciuto il maggior valore di ciò che produci, rispetto al come lo fai e in quanto tempo; è diventato importante lavorare su incontri organizzati e ragionati, in cui il tempo diventa una risorsa da gestire e non un momento di dibattito aperto senza ordine del giorno e con argomentazioni a braccio; in alcune realtà si è compreso come il rispetto degli spazi, le procedure di archiviazione, la necessità di rendere rintracciabili, disponibili e fruibili le informazioni fosse anche un modo per mostrare rispetto verso il lavoro e il tempo del collega che su quelle informazioni doveva lavorare e non solo un vezzo organizzativo. Di contro il lavoratore che ha preferito mettere l’home working sopra ogni altra priorità per poter gestire meglio il proprio tempo e gli impegni personali si troverà di fronte probabilmente a un’abitudine acquisita difficile da perdere e il management dovrà essere in grado di mostrarne i vantaggi e il valore.

Le Competenze Acquisite nello Smart Working Sono Ancora Utili?

La sfida, se sfida su questi temi dovesse esserci, sarà legata alla capacità dei manager di ricompattare la squadra, la capacità di confrontarsi de visu e in maniera immediata anziché via mail o call con tempistiche che consentono di riflettere, prima di formulare una risposta e di evitare il collega antipatico se la sopportazione ha raggiunto il limite. Dovrà tornare a imparare a svolgere la sua principale funzione che è quella di esercitare pressione sui risultati e sugli obiettivi, tenendo alto il morale proprio grazie alla capacità di costruire obiettivi raggiungibili, ma sfidanti, misurabili e condivisibili.

L’ abitudine sviluppata inevitabilmente nella gestione autonoma del tempo e dei tempi propri sarà un aiuto o un ostacolo al lavoro di squadra? La scomparsa formale della possibilità oggettiva di interrompere la tensione del lavoro e di distrarsi per recuperare energie o per gestire una differente e nuova scala di priorità, sarà una perdita non compensabile per il dipendente?

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Recruiting e Crescita Aziendale:

La Visione di Sphera Group

La difficoltà a riadattarsi a un contesto che non sarà nemmeno più quello di prima, ma non avrà ancora una sua configurazione definitiva potrà generare dimissioni improvvise o reazioni inaspettate cui il management dovrà essere in grado di rispondere in maniera tempestiva

Di contro, quelle realtà che si sono rese conto, numeri alla mano, di aver spazi sovradimensionati rispetto alle loro esigenze di compresenza reale, saranno quelle che meglio sono riuscite a cavalcare e leggere nei tempi un’opportunità di abbandonare convinzioni improduttive a favore di nuove modalità di organizzare gli spazi di lavoro liberando risorse economiche prima vincolate a locazioni e attrezzature che non producevano valore reale.

Nel mezzo ci sono tutte quelle aziende che sono passate attraverso lo smart working guardandolo dalla finestra dei loro uffici e senza sentirne gli effetti se non nella maggiore difficoltà di reclutare collaboratori più esigenti rispetto alla gestione della presenza in azienda. Forse queste sono quelle che riusciranno più di tutte a beneficiare degli effetti di ciò che è stato e di ciò che potrà essere: assorbiranno quelle nuove competenze sviluppate in questi anni da quei collaboratori che potranno assumere provenienti da contesti che hanno insegnato loro a lavorare in maniera diversa e che avranno imparato a scegliere cosa salvare del vecchio modello, cosa potenziare del nuovo e come crearne uno migliore. E tutto questo, stando fermi nei momenti di tempesta: è questa spesso la strategia vincente

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L’Importanza del Digital Marketing e dell’Immagine Aziendale

Negli ultimi anni, lo smart working ha trasformato radicalmente il modo in cui le aziende comunicano con il proprio pubblico. La necessità di lavorare da remoto ha accelerato il processo di digitalizzazione, rendendo essenziali strumenti come i social media, le piattaforme di videoconferenza e il digital marketing per mantenere la visibilità e rafforzare il brand aziendale. Tuttavia, con il progressivo ritorno alla presenza fisica, le aziende devono ora affrontare una nuova sfida: bilanciare la comunicazione digitale con le interazioni tradizionali per massimizzare il loro impatto sul mercato.

La Digitalizzazione: Un Pilastro Fondamentale

Durante il periodo di smart working, molte aziende hanno investito nella digitalizzazione per rimanere competitive. L’ uso strategico dei social media, della pubblicità online e dell’email marketing ha permesso di mantenere un contatto costante con clienti e dipendenti, rafforzando la brand identity e creando nuove opportunità di engagement. Questa trasformazione ha reso il digital marketing non più un’opzione, ma una componente imprescindibile della comunicazione aziendale.

Il Ritorno alla Presenza e la Necessità di un Nuovo Equilibrio

Con il ritorno in ufficio, le aziende non possono semplicemente abbandonare le strategie digitali adottate negli ultimi anni. La sfida attuale consiste nel trovare un equilibrio tra la comunicazione online e le interazioni fisiche, valorizzando entrambi gli approcci per costruire un’immagine aziendale solida e coerente. Le fiere di settore, gli eventi aziendali e gli incontri in presenza tornano ad avere un ruolo chiave, ma devono essere supportati da strategie digitali efficaci per amplificarne la portata.

Strategie per un’Immagine Aziendale Vincente

Per affrontare questa nuova fase, le aziende devono adottare una strategia di comunicazione ibrida che integri i seguenti elementi:

  • Social Media e Contenuti Digitali: Mantenere una presenza costante sui social network e aggiornare i contenuti digitali per rafforzare il brand e comunicare con il pubblico in modo efficace.
  •  

●  Eventi e Networking: Organizzare eventi in presenza, ma integrarli con dirette streaming, webinar e contenuti interattivi per coinvolgere un pubblico più ampio.

●  Personal Branding e Storytelling: Valorizzare le figure chiave dell’azienda attraverso contenuti autentici che ne raccontino la storia e i valori, creando un legame più forte con clienti e stakeholder.

●   Esperienza Cliente Omnicanale: Offrire un’esperienza fluida tra il mondo digitale e quello fisico, ad esempio attraverso il customer care multicanale e la personalizzazione delle interazioni.

Il digital marketing è la chiave per un brand forte e riconoscibile. Trova il giusto equilibrio tra comunicazione online e interazioni fisiche per massimizzare il tuo impatto.

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La Sfida Economica dello Smart Working e il Ruolo di Extima Consulting

Lo smart working ha già trasformato radicalmente il modo di lavorare, ma con la crescente diffusione dell’Intelligenza Artificiale il cambiamento sarà ancora più profondo. Tutta la parte di inserimento dati contabili sarà probabilmente nel medio periodo integrata pesantemente dall’Intelligenza Artificiale liberando risorse soprattutto in termini di tempo. Come impiegare allora il tempo e le risorse a disposizione in maniera più produttiva?

La grande quantità di dati e la velocità di rielaborazione dell’intelligenza artificiale ha ancora una soglia di ingresso molto alta in termini economici e questo dà il tempo alla categoria professionale di rimodularsi e potenziare le caratteristiche specifiche del ruolo.  

Extima nasce proprio dalla sensibilità di come la professione stesse andando verso una trasformazione dove la capacità di anticipare i tempi, interpretare prima di altri le informazioni, la normativa, e gli spazi di lavoro che queste immancabilmente lasciano siano utilizzate per cavalcare le opportunità a vantaggio del cliente.

Se la tecnologia è destinata a prendere in carico le attività più ripetitive, ciò che farà davvero la differenza sarà ancora di più la competenza e la capacità di individuare soluzioni che impattino positivamente sul carico fiscale, sulla tutela del patrimonio e della persona che fa impresa; sarà importante muoversi sul cliente in maniera trasparente ed etica per evitare di essere sostituiti da una macchina che, pur non producendo nulla di geniale, certamente non ha la malizia del secondo fine o del conflitto di interesse.

Lo smart working ha insegnato a tutti a lavorare più sul valore di ciò che abbiamo prodotto a fine giornata che non sul tempo impiegato. Ora bisogna saper cavalcare l’opportunità di imparare a sfruttare tutto quel tempo liberato grazie alla tecnologia, che porterà anche il cliente ad aspettarsi un valore maggiore in ciò che compra. Perché, da umano, continuerà ad aspettarsi che l’intelligenza dei suoi simili riesca ad avere una capacità di prevedere problemi, intuire opportunità e elaborare soluzioni che l’artificiale ancora non ha.

 

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