10 modi per gestire le persone “tossiche” con intelligenza
(DI CLAUDIO MALOSSI)
Partendo dall’assunto che il successo delle aziende e delle organizzazioni dipende dalle persone che ne fanno parte, diventa indispensabile per gli imprenditori saper valutare accuratamente le caratteristiche comportamentali dei propri collaboratori. Una capacità importante da rilevare è sicuramente quella di saper gestire le situazioni di stress. In particolare, le persone che coordinano dei collaboratori devono essere in grado di utilizzare questa peculiarità non solo su loro stessi ma anche sui colleghi, per gestirne e orientarne correttamente i comportamenti negativi.
Su questo argomento ho letto qualche tempo fa un interessante post di Travis Bradberry pubblicato su HuffPostUsa e tradotto da Milena Sanfilippo.
Travis Bradberry è uno scrittore americano riconosciuto tra i maggior esperti sull’Intelligenza Emotiva (argomento di cui il guru indiscusso è sicuramente Daniel Goleman). Bradberry è stato autore di numerose pubblicazioni tra le quali il bestseller “Intelligenza Emotiva 2.0” ed è stato uno dei fondatori di Talentsmart.
Ho pensato di riproporre integralmente il post di Bradbberry che ritengo estremamente utile perché fornisce diversi spunti di riflessione e concreti suggerimenti operativi:
Le persone “tossiche” sfidano qualsiasi logica. Alcune di loro sono beatamente inconsapevoli della negatività che trasmettono, mentre altre sembrano trarre soddisfazione dal caos generato e dalla capacità di pungerti sul vivo. In ogni caso, creano difficoltà inutili, conflitti, e soprattutto stress.
Lo stress può avere sul cervello un effetto negativo e duraturo. L’esposizione allo stress, anche di pochi giorni, compromette l’efficacia dei neuroni nell’ippocampo — un’area importante del cervello, responsabile del ragionamento e della memoria. Settimane di stress causano danni reversibili ai dendriti (le piccole “braccia” usate dalle cellule cerebrali per comunicare tra di loro) e mesi di stress possono distruggere i neuroni definitivamente. Lo stress è una minaccia che incombe sul raggiungimento del successo — quando diventa incontrollabile, a soffrirne sono il cervello e la vostra performance.
Quasi tutte le fonti di stress sul lavoro sono facilmente identificabili. Se la tua organizzazione non-profit sta cercando di aggiudicarsi un finanziamento necessario per le sue attività, allora lo stress sarà inevitabile ma, probabilmente, saprai come gestirlo. Sono le fonti di stress inaspettate a coglierti alla sprovvista e causare più danni.
Ricerche recenti condotte dal Dipartimento di Psicologia biologica e clinica dell’Università Friedrich Schiller, in Germania, hanno rivelato che l’esposizione a stimoli che causano forti emozioni negative — lo stesso tipo di esposizione cui si è soggetti quando si ha a che fare con persone difficili — innescava una potente reazione allo stress nel cervello dei partecipanti. Che si tratti di negatività, crudeltà, vittimismo o semplice follia, le persone difficili portano il tuo cervello a vivere uno stato di agitazione che dovrebbe essere evitato ad ogni costo.
La capacità di gestire le proprie emozioni e restare calmi anche sotto pressione, agisce direttamente sulle prestazioni. TalentSmart ha condotto una ricerca su oltre un milione di persone, ed abbiamo scoperto che il 90% dei performer migliori è in grado di gestire le proprie emozioni in periodi di stress così da mantenere calma e controllo. Fra le loro doti più grandi, c’è la capacità di neutralizzare le persone negative. Questi “top performers” possono contare su strategie di adattamento ben rodate e impiegate per tenere alla larga le persone difficili.
Mi sono imbattuto in diverse strategie efficaci, ma quelle illustrate di seguito sono fra le migliori. Per gestire al meglio le persone difficili, è necessario un approccio che ti consenta, globalmente, di controllare quello che puoi controllare ed eliminare ciò che è fuori dal tuo controllo. L’importante è ricordare che le cose che puoi controllare sono più di quelle che immagini.
- Stabilire dei limiti. La gente che si lamenta ed i soggetti negativi sono una rogna perché sguazzano nei loro problemi senza concentrarsi sulla soluzione. Vogliono solo che gli altri si uniscano alla loro autocommiserazione per sentirsi meglio con sé stessi. A volte ci sentiamo obbligati ad ascoltare chi si lamenta, per non essere considerati insensibili o scortesi, ma c’è una linea sottile tra il mostrarsi empatici e il venire risucchiati dalla spirale di emozioni negative.
Puoi evitarlo solo stabilendo dei limiti e prendendo le dovute distanze, quando necessario. Vedila così: se al posto del lamentoso di turno ci fosse un fumatore, te ne staresti lì seduto tutto il pomeriggio a respirare fumo passivo? No, ti allontaneresti, e dovresti fare altrettanto con chi si lagna di continuo. Un ottimo modo per stabilire dei limiti è chiedere all’interlocutore come intende risolvere il problema. Potrebbe calmarsi oppure dare una piega produttiva alla conversazione.
- Adottare un atteggiamento di superiorità. Le persone complicate ci fanno ammattire col loro comportamento irrazionale. Credetemi: il loro atteggiamento è davvero contro ogni logica. Allora perché lasciarsi coinvolgere emotivamente e farsi risucchiare in questo mix? Più una persona è irrazionale e poco equilibrata, più dovrebbe essere facile liberarsi della sua trappola. Non provare a sfidarla nel suo stesso gioco. Allontanatene emotivamente e trattala come se fosse un progetto scientifico (o come se fossi il suo strizzacervelli, se preferisci questa similitudine). Non devi reagire al suo caos emotivo — ma solo ai dati di fatto.
- Essere consapevoli delle proprie emozioni.Mantenere una distanza emotiva richiede consapevolezza. Non puoi impedire a qualcuno di toccarti sul vivo se non te ne rendi conto mentre accade. A volte, ti ritroverai in situazioni in cui sarà necessario schiarirti le idee e scegliere la soluzione migliore. Va bene così, non dovresti aver paura di prenderti un po’ di tempo per farlo.
Vedila in questo modo: se una persona mentalmente instabile ti si avvicinasse in strada, dicendoti di essere John F. Kennedy, molto probabilmente non cercheresti di farle cambiare idea. Quando ti ritrovi con un collega che fa ragionamenti altrettanto deliranti, a volte è meglio limitarsi a sorridere e annuire. Se ti tocca metterlo in riga, faresti meglio a prenderti del tempo per pensare al modo migliore di affrontare la cosa.
- Stabilire una linea di confine. Si tratta di un ambito in cui quasi tutti tendono a sottovalutarsi. Sentono di non avere nessun modo per controllare il caos, perché lavorano o convivono con qualcuno. Niente di più lontano dalla realtà. Una volta trovato il modo di elevarti al di sopra di un’altra persona, inizierai a considerare il suo comportamento più prevedibile e facile da capire. Questo ti consentirà di decidere razionalmente se e quando tollerare quella persona oppure lasciar perdere. Per esempio, anche se lavori a stretto contatto con un collega per un progetto, non sei obbligato a raggiungere lo stesso livello d’interazione personale che hai con gli altri membri del gruppo.
Puoi stabilire una linea di confine, ma attenzione a farlo in modo consapevole e proattivo. Se lasci che le cose accadano spontaneamente, sei destinato a ritrovarti invischiato in conversazioni difficili. Se stabilisci dei confini e decidi quando relazionarti con un soggetto difficile, sarai in grado di controllare buona parte del caos. L’unico trucco è restare fermo sulle tue idee e mantenere stabili i tuoi confini quando una persona tenta di sconfinare, cosa che farà di sicuro.
- Non soccombere nella battaglia. Le persone intelligenti sanno che è importante sopravvivere per combattere ancora, soprattutto quando il nemico è un individuo nocivo. Nei conflitti, le emozioni incontrollate ti portano a puntare i piedi e combattere battaglie che possono danneggiarti gravemente. Quando interpreti le tue emozioni, e reagisci di conseguenza, sei in grado di scegliere le tue battaglie con saggezza e di combatterle al momento giusto.
- Non concentrarsi sui problemi, solo sulle soluzioni.Il modo di canalizzare l’attenzione determina il tuo stato emotivo. Quanto ti fissi sui problemi che stai affrontando, crei e prolunghi emozioni negative e stress. Quando invece ti concentri su azioni tese a migliorare te stesso e le circostanze in cui ti ritrovi, crei un senso di efficacia personale che produce, a sua volta, emozioni positive e riduce lo stress.
Quando si ha a che fare con persone tossiche, fissarsi su quanto siano folli e complicate fa solo guadagnare loro potere su di te. Non pensare ai problemi che ti causano, ma concentrati invece su cosa farai per gestirli. Riprendendo il controllo, sarai più fattivo e sopporterai un minor carico di stress nell’interazione con loro.
- Non dimenticare.Le persone emotivamente intelligenti perdonano in fretta, ma questo non vuol dire che dimentichino. Quando perdoni devi lasciarti alle spalle quello che è successo, per andare avanti. Non significa che darai un’altra possibilità a chi ha già sbagliato una volta. Le persone più in gamba non sono disposte ad essere travolte senza motivo dagli errori altrui, così se li lasciano alle spalle ma sono determinate a proteggersi da pericoli futuri.
- Evitare le autocritiche negative.Capita di assorbire la negatività degli altri. Non c’è niente di male a provare dispiacere per il trattamento che qualcuno ti riserva, ma il tuo dialogo interiore (i pensieri sui tuoi stessi sentimenti) può sia intensificare quella negatività che aiutarti ad andare oltre. Un discorso interiore negativo è poco realistico, inutile e controproducente. Ti fa entrare in un circolo vizioso da cui è difficile tirarsi fuori.
- Dormire abbastanza. L’ho ripetuto fino alla nausea nel corso degli anni e non mi stancherò mai di parlare dell’importanza del sonno per migliorare la propria intelligenza emotiva e gestire lo stress. Durante il sonno, il cervello si ricarica facendoti risvegliare più vigile e lucido. Autocontrollo, attenzione e memoria si riducono quando non si dorme abbastanza. La mancanza di sonno fa crescere i livelli dell’ormone dello stress, anche in assenza di un fattore scatenante. Una bella dormita ti rende più ottimista, creativo e proattivo nell’approccio con le persone negative e ti aiuta ad adottare il punto di vista più giusto per affrontarle in maniera idonea.
- Usare il proprio “sistema di supporto”.Cercare di cavarsela da soli è un’opzione allettante, ma del tutto inutile. Per gestire le presenze tossiche, è necessario riconoscere i punti deboli del proprio approccio verso di loro. Questo significa sfruttare la propria rete di supporto per guardare con nuovi occhi una persona complicata. Tutti noi abbiamo un alleato dalla nostra parte, a lavoro e/o fuori dal contesto lavorativo, che fa il tifo per noi ed è pronto ad offrirci il suo aiuto per trarre il meglio anche da una situazione spiacevole. Identifica queste persone nella tua vita e ripromettiti di chiedere loro consiglio e assistenza quando ne hai bisogno. Perfino una cosa semplice come illustrare la situazione può condurre ad una nuova prospettiva. Quasi sempre, gli altri vedono la soluzione che tu non riesci a trovare perché non sono così invischiati emotivamente in quella determinata circostanza.
In conclusione.
Prima di perfezionare questo sistema, dovrai superare alcuni test. Quasi sempre, a metterti alla prova saranno le interazioni delicate con persone problematiche. Per fortuna, grazie alla sua plasticità, il cervello sa rimodellarsi e cambiare mentre metti in pratica nuovi atteggiamenti, anche quando fallisci. L’applicazione di queste tecniche sane e “anti-stress”, di fronte alle persone più difficili, allenerà il cervello a gestire la tensione in modo produttivo e ridurrà le probabilità di effetti negativi.
(fonte: huffpost.com)
(DI CLAUDIO MALOSSI)
Partendo dall’assunto che il successo delle aziende e delle organizzazioni dipende dalle persone che ne fanno parte, diventa indispensabile per gli imprenditori saper valutare accuratamente le caratteristiche comportamentali dei propri collaboratori. Una capacità importante da rilevare è sicuramente quella di saper gestire le situazioni di stress. In particolare, le persone che coordinano dei collaboratori devono essere in grado di utilizzare questa peculiarità non solo su loro stessi ma anche sui colleghi, per gestirne e orientarne correttamente i comportamenti negativi.
Su questo argomento ho letto qualche tempo fa un interessante post di Travis Bradberry pubblicato su HuffPostUsa e tradotto da Milena Sanfilippo.
Travis Bradberry è uno scrittore americano riconosciuto tra i maggior esperti sull’Intelligenza Emotiva (argomento di cui il guru indiscusso è sicuramente Daniel Goleman). Bradberry è stato autore di numerose pubblicazioni tra le quali il bestseller “Intelligenza Emotiva 2.0” ed è stato uno dei fondatori di Talentsmart.
Ho pensato di riproporre integralmente il post di Bradbberry che ritengo estremamente utile perché fornisce diversi spunti di riflessione e concreti suggerimenti operativi:
Le persone “tossiche” sfidano qualsiasi logica. Alcune di loro sono beatamente inconsapevoli della negatività che trasmettono, mentre altre sembrano trarre soddisfazione dal caos generato e dalla capacità di pungerti sul vivo. In ogni caso, creano difficoltà inutili, conflitti, e soprattutto stress.
Lo stress può avere sul cervello un effetto negativo e duraturo. L’esposizione allo stress, anche di pochi giorni, compromette l’efficacia dei neuroni nell’ippocampo — un’area importante del cervello, responsabile del ragionamento e della memoria. Settimane di stress causano danni reversibili ai dendriti (le piccole “braccia” usate dalle cellule cerebrali per comunicare tra di loro) e mesi di stress possono distruggere i neuroni definitivamente. Lo stress è una minaccia che incombe sul raggiungimento del successo — quando diventa incontrollabile, a soffrirne sono il cervello e la vostra performance.
Quasi tutte le fonti di stress sul lavoro sono facilmente identificabili. Se la tua organizzazione non-profit sta cercando di aggiudicarsi un finanziamento necessario per le sue attività, allora lo stress sarà inevitabile ma, probabilmente, saprai come gestirlo. Sono le fonti di stress inaspettate a coglierti alla sprovvista e causare più danni.
Ricerche recenti condotte dal Dipartimento di Psicologia biologica e clinica dell’Università Friedrich Schiller, in Germania, hanno rivelato che l’esposizione a stimoli che causano forti emozioni negative — lo stesso tipo di esposizione cui si è soggetti quando si ha a che fare con persone difficili — innescava una potente reazione allo stress nel cervello dei partecipanti. Che si tratti di negatività, crudeltà, vittimismo o semplice follia, le persone difficili portano il tuo cervello a vivere uno stato di agitazione che dovrebbe essere evitato ad ogni costo.
La capacità di gestire le proprie emozioni e restare calmi anche sotto pressione, agisce direttamente sulle prestazioni. TalentSmart ha condotto una ricerca su oltre un milione di persone, ed abbiamo scoperto che il 90% dei performer migliori è in grado di gestire le proprie emozioni in periodi di stress così da mantenere calma e controllo. Fra le loro doti più grandi, c’è la capacità di neutralizzare le persone negative. Questi “top performers” possono contare su strategie di adattamento ben rodate e impiegate per tenere alla larga le persone difficili.
Mi sono imbattuto in diverse strategie efficaci, ma quelle illustrate di seguito sono fra le migliori. Per gestire al meglio le persone difficili, è necessario un approccio che ti consenta, globalmente, di controllare quello che puoi controllare ed eliminare ciò che è fuori dal tuo controllo. L’importante è ricordare che le cose che puoi controllare sono più di quelle che immagini.
- Stabilire dei limiti. La gente che si lamenta ed i soggetti negativi sono una rogna perché sguazzano nei loro problemi senza concentrarsi sulla soluzione. Vogliono solo che gli altri si uniscano alla loro autocommiserazione per sentirsi meglio con sé stessi. A volte ci sentiamo obbligati ad ascoltare chi si lamenta, per non essere considerati insensibili o scortesi, ma c’è una linea sottile tra il mostrarsi empatici e il venire risucchiati dalla spirale di emozioni negative.
Puoi evitarlo solo stabilendo dei limiti e prendendo le dovute distanze, quando necessario. Vedila così: se al posto del lamentoso di turno ci fosse un fumatore, te ne staresti lì seduto tutto il pomeriggio a respirare fumo passivo? No, ti allontaneresti, e dovresti fare altrettanto con chi si lagna di continuo. Un ottimo modo per stabilire dei limiti è chiedere all’interlocutore come intende risolvere il problema. Potrebbe calmarsi oppure dare una piega produttiva alla conversazione.
- Adottare un atteggiamento di superiorità. Le persone complicate ci fanno ammattire col loro comportamento irrazionale. Credetemi: il loro atteggiamento è davvero contro ogni logica. Allora perché lasciarsi coinvolgere emotivamente e farsi risucchiare in questo mix? Più una persona è irrazionale e poco equilibrata, più dovrebbe essere facile liberarsi della sua trappola. Non provare a sfidarla nel suo stesso gioco. Allontanatene emotivamente e trattala come se fosse un progetto scientifico (o come se fossi il suo strizzacervelli, se preferisci questa similitudine). Non devi reagire al suo caos emotivo — ma solo ai dati di fatto.
- Essere consapevoli delle proprie emozioni.Mantenere una distanza emotiva richiede consapevolezza. Non puoi impedire a qualcuno di toccarti sul vivo se non te ne rendi conto mentre accade. A volte, ti ritroverai in situazioni in cui sarà necessario schiarirti le idee e scegliere la soluzione migliore. Va bene così, non dovresti aver paura di prenderti un po’ di tempo per farlo.
Vedila in questo modo: se una persona mentalmente instabile ti si avvicinasse in strada, dicendoti di essere John F. Kennedy, molto probabilmente non cercheresti di farle cambiare idea. Quando ti ritrovi con un collega che fa ragionamenti altrettanto deliranti, a volte è meglio limitarsi a sorridere e annuire. Se ti tocca metterlo in riga, faresti meglio a prenderti del tempo per pensare al modo migliore di affrontare la cosa.
- Stabilire una linea di confine. Si tratta di un ambito in cui quasi tutti tendono a sottovalutarsi. Sentono di non avere nessun modo per controllare il caos, perché lavorano o convivono con qualcuno. Niente di più lontano dalla realtà. Una volta trovato il modo di elevarti al di sopra di un’altra persona, inizierai a considerare il suo comportamento più prevedibile e facile da capire. Questo ti consentirà di decidere razionalmente se e quando tollerare quella persona oppure lasciar perdere. Per esempio, anche se lavori a stretto contatto con un collega per un progetto, non sei obbligato a raggiungere lo stesso livello d’interazione personale che hai con gli altri membri del gruppo.
Puoi stabilire una linea di confine, ma attenzione a farlo in modo consapevole e proattivo. Se lasci che le cose accadano spontaneamente, sei destinato a ritrovarti invischiato in conversazioni difficili. Se stabilisci dei confini e decidi quando relazionarti con un soggetto difficile, sarai in grado di controllare buona parte del caos. L’unico trucco è restare fermo sulle tue idee e mantenere stabili i tuoi confini quando una persona tenta di sconfinare, cosa che farà di sicuro.
- Non soccombere nella battaglia. Le persone intelligenti sanno che è importante sopravvivere per combattere ancora, soprattutto quando il nemico è un individuo nocivo. Nei conflitti, le emozioni incontrollate ti portano a puntare i piedi e combattere battaglie che possono danneggiarti gravemente. Quando interpreti le tue emozioni, e reagisci di conseguenza, sei in grado di scegliere le tue battaglie con saggezza e di combatterle al momento giusto.
- Non concentrarsi sui problemi, solo sulle soluzioni.Il modo di canalizzare l’attenzione determina il tuo stato emotivo. Quanto ti fissi sui problemi che stai affrontando, crei e prolunghi emozioni negative e stress. Quando invece ti concentri su azioni tese a migliorare te stesso e le circostanze in cui ti ritrovi, crei un senso di efficacia personale che produce, a sua volta, emozioni positive e riduce lo stress.
Quando si ha a che fare con persone tossiche, fissarsi su quanto siano folli e complicate fa solo guadagnare loro potere su di te. Non pensare ai problemi che ti causano, ma concentrati invece su cosa farai per gestirli. Riprendendo il controllo, sarai più fattivo e sopporterai un minor carico di stress nell’interazione con loro.
- Non dimenticare.Le persone emotivamente intelligenti perdonano in fretta, ma questo non vuol dire che dimentichino. Quando perdoni devi lasciarti alle spalle quello che è successo, per andare avanti. Non significa che darai un’altra possibilità a chi ha già sbagliato una volta. Le persone più in gamba non sono disposte ad essere travolte senza motivo dagli errori altrui, così se li lasciano alle spalle ma sono determinate a proteggersi da pericoli futuri.
- Evitare le autocritiche negative.Capita di assorbire la negatività degli altri. Non c’è niente di male a provare dispiacere per il trattamento che qualcuno ti riserva, ma il tuo dialogo interiore (i pensieri sui tuoi stessi sentimenti) può sia intensificare quella negatività che aiutarti ad andare oltre. Un discorso interiore negativo è poco realistico, inutile e controproducente. Ti fa entrare in un circolo vizioso da cui è difficile tirarsi fuori.
- Dormire abbastanza. L’ho ripetuto fino alla nausea nel corso degli anni e non mi stancherò mai di parlare dell’importanza del sonno per migliorare la propria intelligenza emotiva e gestire lo stress. Durante il sonno, il cervello si ricarica facendoti risvegliare più vigile e lucido. Autocontrollo, attenzione e memoria si riducono quando non si dorme abbastanza. La mancanza di sonno fa crescere i livelli dell’ormone dello stress, anche in assenza di un fattore scatenante. Una bella dormita ti rende più ottimista, creativo e proattivo nell’approccio con le persone negative e ti aiuta ad adottare il punto di vista più giusto per affrontarle in maniera idonea.
- Usare il proprio “sistema di supporto”.Cercare di cavarsela da soli è un’opzione allettante, ma del tutto inutile. Per gestire le presenze tossiche, è necessario riconoscere i punti deboli del proprio approccio verso di loro. Questo significa sfruttare la propria rete di supporto per guardare con nuovi occhi una persona complicata. Tutti noi abbiamo un alleato dalla nostra parte, a lavoro e/o fuori dal contesto lavorativo, che fa il tifo per noi ed è pronto ad offrirci il suo aiuto per trarre il meglio anche da una situazione spiacevole. Identifica queste persone nella tua vita e ripromettiti di chiedere loro consiglio e assistenza quando ne hai bisogno. Perfino una cosa semplice come illustrare la situazione può condurre ad una nuova prospettiva. Quasi sempre, gli altri vedono la soluzione che tu non riesci a trovare perché non sono così invischiati emotivamente in quella determinata circostanza.
In conclusione.
Prima di perfezionare questo sistema, dovrai superare alcuni test. Quasi sempre, a metterti alla prova saranno le interazioni delicate con persone problematiche. Per fortuna, grazie alla sua plasticità, il cervello sa rimodellarsi e cambiare mentre metti in pratica nuovi atteggiamenti, anche quando fallisci. L’applicazione di queste tecniche sane e “anti-stress”, di fronte alle persone più difficili, allenerà il cervello a gestire la tensione in modo produttivo e ridurrà le probabilità di effetti negativi.
(fonte: huffpost.com)