Un algoritmo che seleziona i CV, un robot che si occupa dei colloqui.
Il primo settore in cui i robot potrebbero rimpiazzare i lavoratori umani potrebbe essere proprio la selezione del personale? Ecco come cambia nell’era 2.0 il colloquio di lavoro.
Che ci sia bisogno di snellire la procedura di selezione del personale è confermato dal gap tra domanda e offerta di lavoro: troppi sono i cv che non vengono letti per mancanza di tempo.
Di certo un’intelligenza artificiale, basata su algoritmi e formule, non si lascia condizionare da impressioni soggettive e personali e quindi sa scegliere il candidato in modo più “freddo” e lucido ma siamo sicuri che questa sia la strada giusta?
«La prima cosa che balza alla mente quando viene menzionato il “progresso” è la prospettiva che sempre più posti di lavoro per gli esseri umani siano destinati a scomparire per essere sostituiti da computer e robot; come se si trattasse dell’ennesima collina ripida da oltrepassare nel corso di una battaglia per la sopravvivenza che ha necessariamente bisogno di essere combattuta»
I posti di lavoro, i redditi, le abitudini sociali: l’intelligenza artificiale può davvero rivoluzionare la nostra vita. E non è detto che sia necessariamente in peggio. Il problema è che non ne conosciamo ancora il vero impatto, il pericolo è che si sostituisca all’autodeterminazione umana.
Questo robot è stato in grado di velocizzare i colloqui di lavoro del 75%, ma «bisogna accettare che gli algoritmi sono imperfetti»: questo significa che le macchine e i robot hanno bisogno dell’intervento umano, perché l’intelligenza umana ha qualcosa di irriproducibile: la creatività. Non si sostituiscono all’uomo, ma lo aiutano.
Voi come reagireste?
Tratto da “I diavoli”