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Il management è l’arte di prendere decisioni sulla base di informazioni insufficienti. (Roy Rowan)

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Il management è l’arte di
prendere decisioni
sulla base di informazioni
insufficienti. (Roy Rowan)

Robot e Fatturato: qual è la giusta proporzione?

 

Robot e intelligenza artificiale, o più in generale il mondo dell’automazione, stanno giocando un ruolo fondamentale nei processi occupazionali al punto da diffondere il timore che queste macchine possano sostituire, in parte o totalmente, le risorse umane. 

Certamente la tecnologia si è impossessata dei più svariati ambiti professionali: in campo medico i guanti robotici ricevono gli impulsi muscolari e li trasmettono agli arti facilitandone il movimento; il più grande colosso dell’e-commerce mondiale ha adottato un sistema di individuazione dei maggiori carichi lavorativi direzionando lo smistamento dei pacchi a magazzinieri “meno impegnati”, provocando loro la frustrazione di essere governati da robot; nello scenario più avanzato industrie hanno optato per automatizzare il lavoro licenziando grandi numeri di dipendenti. 

Su quest’ultimo punto molti si sono interrogati sul panorama che si verrà a delineare, in parte già in essere, a causa dell’impatto tecnologico: a primo acchitto sembra diffondersi un pessimismo generale che vede le macchine impossessarsi di interi processi lavorativi. Ma fatti recenti hanno dimostrato che anche la tecnologia può fallire e che non sempre i robot sono sostituti efficaci di forza lavoro. 

Un supermercato di Edimburgo decide di assumere il robot Fabio per accogliere i clienti e soddisfarne le richieste, ma la sua carriera non riesce a decollare. Il robot è stato creato dalla Herriot-Watt University con lo scopo di sgravare il carico di lavoro dei commessi, ma Fabio sembrava non essere preparato a causa della sua poca chiarezza nelle risposte. È stato così demansionato, ma il risultato non era stato comunque all’altezza delle attese: nell’invitare i clienti ad assaggiare dei cibi, Fabio attirava in 10 minuti 2 clienti, i suoi colleghi 12. 

Fabio non ha saputo reggere il confronto con gli umani ed è stato così accompagnato alla porta. 

Ma quello di Fabio non è l’unico caso di robot licenziato. Walmart, il gigante americano della grande distribuzione, rivede le sue scelte e dimette i dipendenti-robot addetti alla sistemazione degli scaffali. Durante il lockdown dei mesi di Marzo e Aprile, molti hanno iniziato ad effettuare ordini online inducendo così l’azienda a dirottare le attività umane nella preparazione degli ordini telematici. I risultati di questa deviazione sono stati chiari: i dipendenti sono stati più performanti, rispetto ai colleghi robot, nel riempire tempestivamente gli scaffali svuotati.

L’amministratore delegato, John Furner, non ha comunque rinunciato all’innovazione tecnologica in toto: da Walmart è possibile godersi un frullato la cui ordinazione è gestita da un robot. 

Cosa si deduce da queste vicende? Nonostante il progresso e la continua corsa nell’avere gadget al passo con i tempi, il progresso è tutt’altra cosa. Il robot in sostituzione della risorsa umana va smitizzato: riflettiamo sul fatto che il progresso subentra quando un attuale tecnologia diventa obsoleta e abitudinaria. 

I moderni computer hanno sostituito le macchine da scrivere, il telegrafo ha visto il suo tramonto con l’invenzione di un mezzo basato su un sistema di trasmissione nettamente più veloce. A questo serve la tecnologia, ma l’intelletto umano è ancora insostituibile, almeno ad oggi.

La tecnologia arriva quando deve arrivare, nè prima nè dopo dice Gandalf ne “Il Signore degli Anelli”. Se arriva in anticipo il fallimento è inevitabile, se arriva dopo è già obsolescenza. 

Se il robot Fabio ha sbagliato nel dare indicazioni al cliente che incuriosito, ma timidamente, gli chiede dove sono le birre, altro non è che un flop umano. 

Se una collaborazione con i robot può e deve esistere è solo direttamente proporzionale all’esigenza che una risorsa umana, in ambiente lavorativo, può sviluppare nei suoi confronti. Come ha spiegato il ricercatore di robotica, Filippo Cavallo, della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, “si tratta di programmare i robot in modo da ottimizzarne le prestazioni”. 

L’automazione serve a migliorare le performance produttive di dipendenti e collaboratori e anche la qualità dei prodotti stessi. La tecnologia ha il compito di supportare la produttività e la competitività delle imprese sostenendo la crescita del business aziendale delle piccole e medie imprese italiane permettendo loro di espandersi nel mercato e, perché no, essere attraenti agli occhi degli stakeholder.

Autore: Chiara Iuliano

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